lunedì 11 febbraio 2008

Blanquilla

E'un isolotto disabitato presidiato da una postazione di guardacostas, fuori dalla rotta che collega testigos a margarita, completamente piatto e ricoperto di cactus e arbusti.

La notte, il mare ed il vento in poppa piena ci impediscono di seguire la rotta diretta e, tra una strambata e l'altra, ci perdiamo di vista con Kudra, la velocità di Nicolandra è buona e, complice anche la corrente favorevole, arriviamo in prossimità dell'atterraggio prima del previsto.

La luna davanti a noi tramonta mentre alle nostre spalle la luce dell'alba è ancora lontana quando scorgiamo nel buio 3 sagome nere, sono gli hermanos, grossi scogli che si ergono a sud-est di blanquilla formando un canale il cui fondale sale rapidamente e può quindi alzare un'onda pericolosa, considerando anche il fatto che l'isola resta invisibile.

L'alternativa al canale è aggirare l'isola da nord o fare un bordo per passare a sud degli scogli, l'ostacolo si avvicina, la luce non arriva e bisogna prendere una decisione, con il vhf sentiamo dov'è kudra e ci comunicano che stanno già percorrendo il canale e che l'onda è più che maneggevole, la decisione è quindi presa: ci infiliamo anche noi tra gli scogli e l'isola che ancora non si vede!

Poco dopo sorge il sole alle spalle degli hermanos, l'isola è ora una striscia grigia bassa sulle onde, finalmente possiamo stringere ed entrare in baia falucho dove troviamo kudra all'ancora, diamo fondo e, nella grigia mattina, andiamo a dormire.

L'incontro con i guardacostas è cordiale e simpatico, ci raccomandano però di non spostare le barche perchè dovranno venire a bordo per fare un'ispezione; si risolverà con 4 chiacchere, 2 fogli pieni di domande da compilare ed 1 pacchetto di sigarette in regalo agli “ ispettori".

La spiaggia yaque, davanti alla quale ancoriamo il giorno seguente, è splendida, il vento nei due giorni successivi resta teso ma la baia è ben protetta, si fa conoscenza con le altre poche barche presenti, si gira in spiaggia, si pesca alla traina col gommone e si fa un po' di baby-sitter.

Decidiamo di fare anche una camminata all'interno lungo i sentieri battuti dagli asini selvatici, i cactus abbondano e fanno la prima vittima!

Cosa ci resta di blanquilla (a parte le spine!)? L'impronta di un'isola fuori dalle rotte e dal tempo, aspra nella sua vegetazione, battuta dal vento ma accogliente e bellissima nella sue spiagge, con le sue rocce selvagge levigate dall'acqua a sottolineare, ancora una volta, la forza del mare.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi ero attrezzato per far vedere il blog al nonno la concomitanza con il genetliaco di "mirabile" parente ha costretto a ripiegare.
Ho come il sentore che mi abbiate dedicato una foto ;-)
Hasta luego!

Anonimo ha detto...

ho promesso al padre dell'ex dentista di mostrare il blog....ora spetta a mia madre organizzare la cena con i vecchi per poi far scorrere, nei loro occhi, lacrime di gioia.
saluto i trentini...vediamo chi riesce nell'impresa di mostrare per primo il blog ai vecchi.
baci dal cugino veronese