lunedì 1 dicembre 2008




SI SALPA

Conto alla rovescia ormai per la partenza, martedì mattina leviamo gli ormeggi e puntiamo verso tortuga. In queste ore che ci restano finiamo le ultime mille cose (collegare i pannelli solari, fare cambusa, sostituire la girante del maceratore, armare genoa, maestra e mezzana, fare scorta d'acqua, lavare la barca, rizzare ilsurf in coperta, preparare il timone a vento, caricare il satellitare e il vhf portatile, preparare il grab-bag, ritirare la zattera revisionata, riparare la frizione del winch drizza randa, liberare la drizza spi approfittando di un giro in testa d'albero ecc...alla faccia della “vacanza”!). Ci dividiamo i compiti, a Leon spetta la sala macchine e il controllo dell'equipaggio.

Si salpa insieme a Kudra (anche per motivi di sicurezza) e si prospetta quindi un'avvincente match race come l'anno scorso, vinca il migliore!








A tortuga staremo un paio di giorni e poi via verso los roques dove si farà natale e forse capodanno, vedremo, dipenderà da quanta gente c'è, eventuali zanzare, pescosità del luogo ed altro, non si può fare un programma a lungo termine!

L'importante è esserci e vivere ogni giorno come se si partisse il giorno dopo e come se si fosse arrivati il giorno prima (scusate la filosofia ma è sera tardi!).

Besos a todos e al prossimo collegamento

sabato 22 novembre 2008

IN ACQUA

I cuscinetti ci sono! Li abbiamo rimontati una sera eroica grazie all'aiuto prezioso di Matte ed ora l'asse gira con un dito! Presi dall'entusiasmo abbiamo sostituito anche la boccola dell'asse dell'elica (anche qui rimozione epica e inserimento grazie al lavoro di tornio di Joel) e dopo aver sostituito anche la treccia del premistoppa possiamo dire con orgoglio di avere una linea d'asse “come nuova” (ma che fatica!!).

Oggi è stato il grande giorno del varo, è sempre emozionante quando il travel lift solleva la barca da terra e la trasporta verso l'acqua! Lei freme, tu tremi ed alla fine l'incontro: Nicolandra entra dolcemente nell'abbraccio delle acque venezuelane e si adagia cullata da un leggero movimento, saliamo a bordo, il motore non parte perchè (ammetto) mi sono dimenticato di caricare le batterie! No panic, abbiamo l'asso nella manica: accendiamo il generatore che non tradisce e in mezzoretta siamo pronti, il motore tira due nuvole di fumo e canta regolare e possente come non mai!

Adesso settimana di preparativi finali e banchina (acqua, elettricità) e sarà l'ultima per molti mesi, poi finalmente solo navigazione e notti all'àncora.

Pronti a partire?

P.S.Leon al momento sta benone e vi saluta tutti

lunedì 17 novembre 2008

IL RE MANCIONE

Il mancione è quella parte rotante che sta tra il cuscinetto reggispinta (che fa si che la spinta dell'elica invece che sparare l'elica stessa in dinette spinga semplicemente la barca avanti) ed il cardano (che trasmette, con interposto l'invertitore, i giri dell'albero motore). Ora, il nostro problema principale, individuato grazie alla sottile perizia di Matte (neanche lui riusciva più a girare l'elica!) è che il cuscinetto reggispinta è arrivato al capolinea e per cambiarlo bisogna estrarre appunto il mancione. Tolgo il cardano, spingo indietro l'asse dell'elica (dopo aver mollato un dado con una chiave a bussola improbabile che fortunosamente abbiamo avuto in prestito da un immigrato italiano degli anni '60 diventato il mago dell'alternatore nonché nostro fornitore di black money) e inizio la rimozione del mancione che è però saldobrasato e non ci pensa neanche lontanamente a schiodarsi, è guerra! Va precisato che il campo di battaglia è sul fondo della sala macchine, sotto i 300 litri di gasolio del serbatoio, praticamente a testa in giù, a 35 gradi di temperatura e umidità relativa del 90%, una passeggiata! Dopo alcune ore di vani tentativi mi decido a chiedere aiuto al cantiere, il meccanico Julio però non ha particolare dimestichezza con i metodi di costruzione dell'Alpa e propende per una sostituzione totale di tutta la linea d'asse, un breve consulto con il capo cantiere Joseluis ed ecco il verdetto: lavori e barca in acqua a gennaio (la spesa non la vogliamo neanche sapere!). Ok, allora facciamo da soli, anche perchè l'alternativa a questo punto è tornare a casa.

Sempre confortato da Matte (“non ti preoccupare, deve venire fuori, ho avuto la stessa cosa su una mia barca e alla fine è venuto”, non ha specificato che è successo 2 anni dopo) procedo all'attacco con un estrattore gentilmente concesso da Julio combinato con un altro estrattore di nostra concezione realizzato per noi dal fabbro Joel grazie all'intercessione di Joseluis.

Sono servite 12 ore di lavoro ininterrotto, svariate combinazioni di attrezzi leggeri e pesanti, soluzioni estemporanee a decine di attacchi nemici proditori che ostacolavano l'avanzata, ma alla fine si è mosso! Tra gemiti e scricchiolii strutturali il mancione si è mosso ed il primo cuscinetto ha fatto la sua apparizione. Da qui in poi è stata una cavalcata trionfale, il nemico era ormai in rotta anche se opponeva resistenza fino all'ultimo millimetro di cuscinetto e mi impegnava un altro paio d'ore, ma ormai la vittoria era certa! Festa e tripudio!

Per estrarre, a questo punto, i cuscinetti dal mancione abbiamo preso in prestito una pressa idraulica da Joseluis e tra lui, Matte e un meccanico mai visto che passava di lì, abbiamo avuto la meglio su 35 anni di ossido e sale.

Il piccolo particolare è che non sappiamo ancora se questo cuscinetto è reperibile qui in Venezuela, la settimana prossima lo scopriremo e sapremo allora se Nicolandra tornerà in acqua o nel deposito lungo degenti!

Siete tutti con noi??!

sabato 15 novembre 2008

HERE WE GO AGAIN!

Ed eccoci nuovamente in Venezuela-Puerto la Cruz-cantiere TMO- imbarcazione NICOLANDRA!

La prima cosa da dire è che questo giro c'è una novità, siamo in tre! Con noi infatti c'è Leon, uno dei nostri tre gatti, che ci siamo portati al seguito perchè essendo, poverino, diventato diabetico necessita di cure amorevoli e continue (e soprattutto 2 iniezioni di insulina al giorno).

Il viaggio è stato eterno e devastante, all'aeroporto di Francoforte stavo tranquillamente seduto con il guinzaglio in mano (dall'altro capo, in teoria, doveva esserci Leon) quando ho visto il gatto che andava come se niente fosse da un'altra parte dopo essersi liberato dall'inopportuno legame! No panic! All'aeroporto di Caracas, stremati, sul volo interno si rifiutano di farci portare in cabina il gatto ma vogliono metterlo nella stiva!!??! Non se ne parla e invece dell'aereo prendiamo un taxi , 7 ore! Ok, panic!. Dopo 26 ore di viaggio siamo in appartamento con i ragazzi di Kudra che ci avevano preceduto la settimana prima, è fatta!

Comunque, tornando a Nicolandra l'abbiamo ritrovata in ottimo stato, come ci aspettavamo ci sarà però da lavorare sulla linea d'asse, e qui si apre un capitolo a parte dai risvolti drammatici ed eroici!

mercoledì 7 maggio 2008

Sipario

Lasciare Los Roques non è stato facile, sia perchè dopo 2 mesi ci stavamo proprio bene, ormai ci sentivamo a casa, sia perchè per tornare verso Tortuga vento e mare sono invariabilmente contro.

Dopo un'attesa di 2-3 giorni in cui l'aliseo ha soffiato particolarmente sostenuto, finalmente si prevede una finestra meteo favorevole con vento sui 15 nodi.

Pronti a partire, via! Alla prima virata il glorioso genoa medio rende l'anima e si apre in due, non ci resta che cazzare la maestra in centro per far accomodare Nicolandra in cappa in mezzo alle onde tranquilla e sicura.

Tutti gli uomini a prua e in men che non si dica viene ammainato il genoa ed issato il fiocco piccolo (meglio essere prudenti), si riparte. Si fa per dire, infatti anche se l'angolo al vento è buono la velocità non c'è, di questo passo arriveremo si a tortuga ma tra 2 giorni! Bisogna dare una svolta prima che venga buio, di nuovo tutti a prua, giù il fiocco e sale il genoa grande, ci giochiamo il tutto per tutto, randa e genoa spiegati e via di bolina dura; Nicolandra geme sbandata ma galoppa veloce tutta la notte, ad un certo punto dobbiamo addirittura poggiare per non entrare nella zona vietata di 5 miglia che circonda Orchilla, un'isola militare a est di Los Roques.

Si arriva a cayo herradura (Tortuga) il giorno seguente, il tempo di riposare e la notte si riparte verso Puerto la Cruz approfittando della situazione meteo favorevole.

Arriviamo infine sulla costa, una giornata in marina a bahia redonda e poi in cantiere a TMO, Nicolandra viene alata a terra dopo 6 mesi, momento carico di emozione!

Addì 30 aprile: dopo le amorevoli cure del caso chiudiamo e lasciamo Nicolandra a riposare e ci prepariamo al rientro in Italia.

Ci rivedremo quest'autunno per riprendere l'avventura di cui non forniamo i dettagli in quanto neanche noi ancora li sappiamo, l'unica cosa certa è che sarà un viaggio che varrà assolutamente la pena fare!

Besos da Ale & Moni s\y Nicolandra 10°12' 3''N 64° 39' 8'' W

lunedì 31 marzo 2008

Surfin' in the LR














Girovagando da un'isola all'altra siamo infine arrivati a francisquis, subito a nord-est della “capitale” gran roque.

Anche qui un ingresso a vista tra i coralli e ancoraggio a pochi metri dal reef su un fondo di 40 piedi.

La caratteristica di questo posto, però, è il fatto di essere la base per kite-surfer e surfisti con tanto di baretto “cool” su una delle spiagge (consigliato il mohito fatto veramente bene!).

Il surfista che è in noi (?!) si ridesta e non esitiamo a raggiungere una simpatica baracca sulla spiaggia dove, visto il numero di vele e tavole, immaginiamo che noleggino surf.

E' così, il posto appartiene ad un ragazzo che al momento è in australia (starà provando delle tavole?) ed è gestito da fernando, ex skipper, venezuelano, gentilissimo e con il quale diventiamo subito amici.

Il suo cane, chilum, è surfista pure lui!

Scegliamo quindi la tavola e la vela più adatta al vento (15-18 nodi) ed alle nostre capacità: matteo tavola da competizione con vela 7.4, per me tavola-pontile con deriva e vela 4.0! L'impresa si rivelerà divertente ma faticosa, la mia schiena cede e nonostante le cure e le abbondanti libagioni mi ritrovo bloccato, invalido non sappiamo per quanto tempo (mi sembro mio cugino!).

Ma la ripresa è miracolosa e dopo pochi giorni si torna a surfare, questa volta oso l'inosabile e affronto tavola e vela da professionista, dopo le inevitabili tragiche peripezie (fabio non guardare!) si vola!

Approfittando di un'occasione e dopo infinite trattative matteo acquista addirittura una vela con tavola (regalata) in carbonio, la quale si rivelerà una “ferrari” come promesso da oscar (l'ex proprietario) molto veloce e leggera anche se in effetti un tantino fragile (!), le riparazioni in vetroresina sono praticamente all'ordine del giorno dopo ogni uscita, per non parlare di salti sulle onde che quasi spezzano in due la tavola! A caval donato... a proposito di bocca, la piccola greta ha messo nel frattempo 1 dente e mezzo (considerando che alla sua età dovrebbe già averne 6-8...ma niente panico, arriveranno, o no?!)

E così procediamo in questo nostro viaggio incontrando nuovi amici e vecchie conoscenze, girovagando infatti capita anche di ritrovare gli amici e le barche che avevi lasciato 1-2 anni prima dall'altra parte dell'oceano o in qualche isola dei caraibi, com'è piccolo (e vario) il mondo!






martedì 11 marzo 2008

Los Roques 2

L'arcipelago di los roques mantiene le promesse.

L'arrivo, dopo la navigazione da tortuga, avviene in realtà in una grigia mattina che presenta d'un tratto una lunghissima e sottile striscia scura di “terraferma” che teniamo sopravento per andare ad atterrare a dos mosquisis, la prima isola occidentale.








L'ingresso viene fatto con un allineamento di 60°magnetici su un gruppo di 3 palme che si ergono alte sulla spiaggia, si entra così in una distesa di bassofondali punteggiati da teste di corallo, contando sul fatto di essere nel corridoio giusto grazie all'allineamento preciso (!).



L'ancoraggio è piuttosto esposto ma sappiamo che sarà così un po' dappertutto, il vento fa parte di questo paesaggio, è l'aliseo che senza incontrare ostacoli, non ci sono assolutamente rilievi, pompa i suoi 15-20 nodi da est-nord-est giorno e notte, aggiungendo la sua voce al rombo incessante del mare che frange sul reef.



E'mezzogiorno, il sole splende e accende il paesaggio, l'atmosfera è come sempre tersa e sulla spiaggia il bianco della sabbia viene esaltato dalla trasparenza dell'acqua che esibisce tutte le sfumature dell'azzurro al variare della profondità: abbagliante! Sull' isolotto di dos mosquisis visitiamo un centro di ripopolamento delle tartarughe, una serie di vasche in cui vengono raccolti i piccoli appena nati per evitare la strage che avviene normalmente dopo la schiusa, raggiunto l'anno di età verranno rimessi in mare numerosi e contenti,

Dietro alla capanna delle tartarughe abbiamo l'occasione di vedere, per la prima volta, un albero con veri e propri grappoli d'uva, è l'uva da spiaggia! E mentre noi ci diamo alla botanica la piccola greta ne approfitta per farsi una bella camminata coadiuvata dalle due “madri”, tutti soddisfatti si torna, infine, alle barche.














Cayo de aqua
è il nostro secondo pit-stop, questa prima settimana infatti dobbiamo fare “le corse”per portare fabio a gran roque in tempo per l'aereo, così dedichiamo una giornata ad ogni isola come i veri forzati delle vacanze!

Il posto è abbastanza protetto e raccolto, un manipolo di coraggiosi decide di tentare uno sbarco per scollinare la lingua di terra e andare a fare snorkeling sopravento; nell'entusiasmo, però, lasciamo a bordo gli inseparabili crocs e questo si dimostrerà fatale... la salitella di sabbia si rivelerà infatti minata da mille piccoli pallini di spine che hanno la meglio sui nostri piedi, pur discretamente “suolati” da mesi di vita scalzi.


Si ricorre a qualunque espediente pur di uscirne e le pinne si dimostrano la scelta migliore.










Dopo la navigazione (5 miglia!), il bagno, la camminata, cenone e post-cena i nostri eroi possono finalmente godersi il meritato riposo, domani è un altro giorno.














Neanche a farlo apposta il giorno seguente si apre con una mattina di groppi “fast and furious”, ci ritroviamo a destreggiarci tra i reef per guadagnare l'uscita nella pausa tra un rovescio e l'altro, facciamo appena in tempo e una volta fuori si scatena l'inferno!(vabbè, ammetto, la sto un po' esagerando). Comunque ci prendiamo una bella lavata, finalmente si dissala la barca, con vento e mare contro. Lo sforzo viene premiato con l'arrivo a carenero, ormeggio tra due isolotti ben riparato su gavitello, la nostra àncora non ci crede di poter stare per una volta a riposo, saremo mica in croazia?!







Ma la visione della chilometrica spiaggia bianca con mangrovie che si estende sottovento circondata da acqua cristallina altezza 30 cm e reef ci conferma che siamo ancora nel caribe,












non ci resta che prepararci per affrontare un'altra dura giornata...











































martedì 4 marzo 2008

Senza parole (los roques 1)

Questa volta le parole mettetele voi...