lunedì 19 gennaio 2009



LAS AVES

Partimmo quindi all'alba del 31 dicembre da Los Roques, il piano era quello di arrivare a Las Aves de barlovento e lì fare l'ultimo dell'anno in tranquillità, poi dopo un paio di giorni ripartire per raggiungere finalmente Bonaire.

Siamo arrivati a destinazione verso l'una del pomeriggio e ci siamo inoltrati nel labirinto di reef fino alla terza baia, eravamo in tutto in 6 barche suddivise nelle tre baie, come affollamento poteva andare! Il posto è favoloso e la prima cosa che colpisce è la trasparenza dell'acqua (e si che non arrivavamo mica da jesolo), ancorati su 10 metri d'acqua dalla coperta della barca si vede tranquillamente il fondo di sabbia bianca, la seconda cosa positiva è la pace, le altre barche sono in lontananza (e sembrano addirittura disabitate) e non si sente alcun rumore se non il frangersi delle onde sul reef , quando poi cala la sera e tutto si fa buio l'isolamento è totale, nessuna luce a 360° sull'orizzonte (le altre barche o sono veramente abbandonate o hanno dei bei problemi di batterie!) e gli unici punti luminosi sono le stelle! Solitudine cosmica, Nicolandra sospesa sul mondo, che capodanno! Alle 9 p.m. tutti in branda che domani c'è da fare.








Al fare del giorno del nuovo anno pronti per lo sbarco sulle verdi rive, qui infatti spiaggia non se ne vede ma solo “prati” verdi di una vegetazione bassa e rigogliosa che sembra dipinta. Da terra è uno spettacolo: all'esterno mare blu profondo venato da creste bianche, all'interno tutte le tonalità dell'azzurro (al variare della profondità) fino al bianco accecante della sabbia sommersa da pochi centimetri d'acqua, stavolta le foto proprio non rendono!

E così tra snorkeling e tentativi di pesca alla traina col gommone (su richiesta di Leon), trascorre in un battito di ciglia una settimana, mi sa che dovremo deciderci ad andare, magari domani...

Alla fine si salpa l'àncora e parte, prossima tappa las aves de sotavento, sosta “tattica” per ridurre di 15 miglia il salto su Bonaire.

A sotavento siamo in 4 barche, 2 di queste decidono di fare l'ingresso e vanno dai guardacostas (incredibile ma ci sono), tornando vengono a dirci che anche noi dobbiamo costituirci, la terza barca ci va e anche lei al ritorno viene a “richiamarci” all'ordine (fra l'altro ci riconosce, ci eravamo visti a bahia redonda, saluti e amenità). Optiamo per la clandestinità, non per vocazione ribelle ma perchè per andare dai gurdacostas dovremmo mettere in acqua il tender, calare il motore, andare tornare, tirare su il motore e issare il tender, abbelli!!

La mattina dopo sfiliamo davanti ai militari fingendo indifferenza, appena possibile su la randa, fuori il genoa e su la mezzana, via verso il largo, speriamo che non mettano in acqua il gommone se no siamo fritti!

Tutto ok, liberi e veloci a vele spiegate verso Bonaire, addio Venezuela (esattamente dopo 12 mesi), besos e gracias.

martedì 13 gennaio 2009

LOB (LEON OVER BOARD)

Notte del 18 dicembre, imbarcazione Nicolandra alla fonda a Carenero (arcipelago di Los Roques), vento Nord-Est 15 nodi, ore 01.00, dall'interno della cabina di poppa Monica (per caso sveglia) avverte un rumore strano che non riesce ad identificare, si alza e mi chiama, quando esco è già fuori con la torcia che chiama e cerca Leon, non c'è traccia! All'improvviso scandagliando l'acqua con la luce lo vede, è tra lo scafo di Nicolandra ed il gommone che cerca di salire a bordo (il tender ne porta ancora i segni) o meglio di stare a galla; d'un balzo Monica è sul tender afferra Leon e me lo passa, lo blocco (è terrorizzato, sembra un ratto tutto bagnato fradicio), approntiamo la doccia e lo sciacquiamo dalla testa ai piedi con acqua dolce, lo asciughiamo sommariamente e lo molliamo, lui si infila sottocoperta in dinette e comincia a riprendersi dal trauma, si lecca per asciugarsi e lentamente si ristabilisce la calma, l'abbiamo scampata bella! Acqua e crocchette per festeggiare.

Il giorno dopo, a seguito di un'accurata indagine abbiamo ricostruito la dinamica dell'incidente: Leon gironzolava a poppa e ha ben pensato di salire sul pannello solare che era in posizione praticamente orizzontale attaccato al pulpito di poppa,, una volta sul ripiano il pannello non ha retto il peso ed è ruotato verso l'esterno facendo scivolare Leon in acqua, il rumore avvertito da Monica probabilmente era Leon che, tipo gatto silvestro sugli specchi, cercava di non scivolare giù.

Dopo essere finito in acqua Leon ha mantenuto la calma e si è portato verso il tender sul fianco della barca, lì ha cominciato a resistere fino all'arrivo dei soccorsi.

Morale: la vita può riservare delle sorprese, meglio essere pronti a tirarsi su e tornare a bordo (se c'è qualcuno che ti da una mano è più facile).

Sono graditi commenti di felicitazioni per lo scampato pericolo e solidarietà per Leon

P.S. Leon si è ripreso e dorme sonni tranquilli!

domenica 11 gennaio 2009



RETE!

Dopo più di un mese di assenza di collegamento eccoci (finalmente?!) di nuovo in rete!!

Riassunto del mese appena trascorso:

Lasciato Puerto La Cruz e le coste del Venezuela una fredda (26°C) alba di inizio dicembre, siamo arrivati nel tardo pomeriggio a Tortuga.

Cayo Herradura ci ricorda, dopo un mese di duro lavoro e stress, che dopo tutto siamo ai Caraibi ed il posto non è male!

Non c'è tempo però di crogiolarsi al sole sugli allori perchè il giorno dopo già si salpa verso Los Roques.

Dopo 90 miglia ed una bella notte di navigazione a vela, entriamo nell'arcipelago e ritroviamo posti familiari e “vecchi” amici. Una settimana a Francisquis per ambientarsi un po', la vita all'àncora richiede un po' di adattamento, un piccolo cambio di mentalità, si deve ristabilire il feeling con la barca e la fiducia nella linea d'ancoraggio (le prime notti si è sempre un po' sul chi vive). E' l'occasione per rimettere in pista anche il windsurf approfittando di un aliseo gagliardo che invita alla planata. Sperimentiamo il windsurf da apnea (vedi foto) e andiamo anche a “costituirci” per fare il permesso di 15 giorni (i guardiacoste ci hanno beccato il secondo giorno, tanto vale fare i bravi); solita trafila, nulla è cambiato dall'anno scorso: guardacostas, guardia nacional, inparque, ufficio centrale (dove si paga), ognuno fa le stesse domande e scrive le stesse cose su registri cartacei, un computer centrale NO??!

Comunque Los Roques ha sempre il suo fascino e anche questo ne fa parte, Francisquis, Carenero (forse il nostro preferito), Cransqui, Noronsqui non si può sbagliare, naturalmente, proviamo anche un posto nuovo, Augustin (un fishing camp protetto da un reef, tranquillo) mentre ci lasciamo sfuggire Isla Vapor, causa maltempo (giornata di groppi e vento forte abbiamo ripiegato su posti noti per maggior sicurezza) sarà per la prossima?

Scadono intanto i 15 giorni di permesso, stiamo comunque dentro ancora 10 giorni (stavolta cerchiamo di non farci beccare, Ha Ha!) per fare natale assieme a Kudra (natale con i tuoi....) e un'altra settimana in compagnia.








Il 31 dicembre all'alba ci separiamo dalla nostra sorella Kudra salutiamo Matte affacciatosi, nonostante l'ora, dall'osteriggio della camera, mandiamo un bacio virtuale a Simo e Greta e volgiamo la prua a Ovest destinazione Las Aves, due reef con un po' di mangrovie e tantissimi uccelli in pieno Oceano esattamente a metà strada tra Los Roques e Bonaire. Varrà la pena fermarsi? La risposta come vedrete è decisamente SI!